Dopo anni di distanziamento sociale, i giovani tornano a frequentare bar e ritrovi. Da sempre, i giovani italiani sono stati assidui frequentatori dei caffè ma una nuova interessante tendenza sembra consolidarsi. Si allarga la percezione del bar come luogo di aggregazione, dove si sta anche da soli, per leggere, studiare e lavorare.
I bar amati dai giovani sono ampi, informali, dotati di sedie e tavoli comodi, adatti ad accoglierli per una sosta che, partendo da un caffè, via via si ampia con ricadute positive per scontrini più sostanziosi. Proprio un caffè di qualità è il punto di partenza per un rapporto positivo con il pubblico giovane. Indagini di mercato dimostrano che i giovani amano molto il caffè tradizionale, sono pronti a scoprire e raccontare il caffè purché sia forte di un carattere territoriale specifico e, al contempo, flessibile a nuovi modi di essere gustato.
Il consumo di caffè al bar da parte dei giovani è in crescita soprattutto nella fascia d’età che va dai 25 ai 35 anni. L’incremento è dovuto soprattutto allo smart working che ha trasformato i bar in luoghi dove i giovani svolgono alcune attività lavorative prima di tornare a loro ufficio domestico. Lo smart working ha quindi dato la possibilità a molti bar di allargare la propria clientela, coinvolgendo lavoratori non residenti che hanno scelto di tornare nel loro luogo d’origine, portando con sé il dinamismo di usi e di consumi tipico delle metropoli. Questo tipo di clientela ama soprattutto i prodotti artigianali territorialmente connotati, è molto curiosa nei confronti della novità ed ha una maggiore propensione alla spesa.
Territorio, sostenibilità e alta qualità artigianale sono le caratteristiche maggiormente ricercate dai giovani sia per quanto riguarda la scelta in fatto di caffè sia per quanto riguarda gli altri prodotti. Una tendenza in progressivo consolidamento che interessa sempre più anche le altre categorie di consumatori.